Il peso delle bugie: la doppia vita di Brett Ryan
Nel 2007, a Toronto, Brett Ryan sembrava tutto fuorché un criminale. Aveva 26 anni, era benvoluto da tutti e si offriva come volontario negli ospedali pediatrici e nei centri comunitari. Un ragazzo educato, sempre sorridente, apparentemente sulla buona strada.
Ma dietro quell’immagine rassicurante, Brett covava un senso di fallimento profondo. Dopo aver lasciato il college, soffocato dai debiti e con il peso del confronto con i suoi coetanei lanciati nel mondo del lavoro, si era ritrovato a vivere di nuovo con i genitori e lavorare saltuariamente come imbianchino.
Non accettando una vita fatta di rinunce, invece di affrontare i suoi problemi… decise di aggirarli.
Il “bandito con la barba finta”
Un giorno, Brett si fasciò un braccio, indossò una finta barba e rapinò una banca, portandosi via poco più di 1.000 dollari. Fu un successo. Nessuno sospettava di lui.
Quella prima rapina fu l’inizio di una doppia vita. In otto mesi, Brett assaltò altre 12 banche. Usava travestimenti ridicoli – parrucche, barbe posticce, persino occhiali da sole da cartone animato – e per questo fu soprannominato dai media “il bandito dalla barba finta”.
Le forze dell’ordine non riuscivano ad arrestarlo: Brett non aveva precedenti penali, le sue impronte non erano nel sistema.
Nel 2008, fu finalmente preso. Al processo, centinaia di lettere di sostegno da amici, volontari e conoscenti lo descrivevano come un bravo ragazzo finito fuori strada. Lo stesso Brett si dichiarò colpevole, ammettendo che i debiti lo avevano portato alla disperazione.
Il giudice fu clemente. Lo condannò a poco meno di quattro anni. Brett uscì in libertà vigilata nel 2010.

La seconda possibilità
Dopo il carcere, Brett tornò a vivere con i genitori. Cercò di rimettersi in carreggiata. Trovò un modesto lavoro da operaio, e la madre, vedendo i suoi sforzi, decise di pagargli nuovamente gli studi.
Si iscrisse a biotecnologie. All’università conobbe Kristen, una donna con un buon lavoro e una bella casa. Si innamorarono, e Brett, in un raro momento di sincerità, le raccontò del suo passato da rapinatore. Kristen non lo lasciò. Anzi, accettò il suo passato, e gli diede fiducia.
Due anni dopo, Brett si trasferì da lei. Sembrava tutto finalmente sistemato.
Poi il padre di Brett morì. La madre, rimasta sola, cominciò a pagarlo per darle una mano a casa. L’anno seguente, nel 2015, Brett chiese a Kristen di sposarlo. Lei accettò. Ma dietro quell’apparente equilibrio, le bugie ricominciarono ad accumularsi.
Una rete di menzogne
Lo studio diventò troppo impegnativo. Brett abbandonò i corsi, ma non lo disse a nessuno. Continuò a far finta di frequentare l’università.
Nel 2016, quando avrebbe dovuto laurearsi, ricevette un’offerta di lavoro da una società tech. Anche se non aveva i requisiti, sfruttò quell’occasione per continuare la sua recita.
Famiglia e fidanzata, pur confusi dall’assenza di una cerimonia di laurea, lo celebrarono. Pochi giorni dopo, però, l’azienda scoprì il suo passato da “bandito con la barba finta” e ritirò l’offerta.
Brett non lo disse a nessuno. Continuò a fingere di andare al lavoro ogni giorno. La madre, fiera dei suoi “successi”, raccontava con orgoglio tutto ai vicini. Ma il peso della menzogna cresceva.

Il piano
Con il matrimonio ormai imminente e senza più soldi, Brett confessò tutto alla madre. Le chiese di prestargli denaro per continuare a mentire, per tenere in piedi la farsa. Lei si rifiutò.
Lei pretese che dicesse la verità a Kristen, la sua futura moglie. Lo scontro fu duro. Così duro da spingere Brett oltre ogni limite.
Non poteva acquistare un’arma da fuoco, essendo ex detenuto. Così compro una balestra. Guardò tutorial su come usarla, la nascose nel garage di sua madre, e a casa costruì degli strani marchingegni per simulare un alibi. Questi avrebbero, per esempio, premuto ripetutamente tasti sulla tastiera del PC.
Il 25 agosto 2017, mise tutto in moto.
Il giorno dell’orrore
Dopo che Kristen uscì per andare a lavoro, Brett tornò di nascosto a casa della madre. Attivò i dispositivi per l'alibi e la affrontò. Le chiese, ancora una volta, di mantenere il segreto. Lei rifiutò e, nel tentativo di far ragionare Brett, chiamò il fratello maggiore, Chris.
A quel punto Brett corse in garage. Non riuscendo a caricare la balestra in tempo, afferrò le frecce e la colpì ripetutamente. Poi, mentre lei era a terra, le buttò addosso uno scaffale e la soffocò.
A questo punto Brett sentì una macchina arrivare: era Chris. Brett non ebbe il tempo di nascondere il corpo, perciò si nascose e, pazientemente, colpì Chris con un colpo diretto alla nuca. Morì all’istante.
Poco dopo arrivò anche AJ, il fratello minore. Brett lo affrontò nel vialetto e lo colpì con una freccia da balestra, ferendolo gravemente. Le urla e il trambusto svegliarono Lee, l’unico fratello ancora in casa. Affacciandosi alla finestra, vide AJ a terra, sanguinante, e Brett con la balestra in mano. Terrorizzato, Lee cercò di fuggire. Brett lo inseguì, riuscì a colpirlo, ma non abbastanza da fermarlo: Lee, ferito, riuscì a scappare e a mettersi in salvo.
AJ, sanguinante, riuscì a strisciare fino alla strada e chiedere aiuto a un vicino. La polizia arrivò poco dopo.

The End
Quando gli agenti arrivarono, trovarono Brett seduto con calma sui gradini di casa, un bicchiere d'acqua tra le mani. Con una freddezza agghiacciante, disse che forse avrebbe dovuto portare AJ in ospedale. “Avrei potuto salvarlo,” aggiunse, quasi come se stesse parlando del maltempo. Poi confessò, senza esitazioni: aveva ucciso sua madre. Aveva ucciso Chris.
AJ morì poco dopo.
In tribunale, Brett si dichiarò colpevole. Chiese perdono, ma ormai nessuno era disposto ad ascoltarlo. Fu condannato a tre ergastoli consecutivi, senza possibilità di appello.
Lee, l’unico fratello sopravvissuto, vive oggi con ferite che nessun tempo potrà sanare. Una famiglia cancellata, pezzo dopo pezzo. Tutto per mantenere in vita una bugia.
Perché a volte, l’inganno più pericoloso… è quello che costruiamo per sentirci amati.